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lunedì 10 ottobre 2011

Arancini, che passione!




Gli arancini rappresentano un emblema della gastronomia palermitana.
L'origine degli arancini di riso risale alla dominazione saracena in Sicilia. Per la dieta degli arabi, il riso era un alimento basilare. Durante i banchetti, al centro della tavola, veniva collocato un ampio vassoio carico di riso aromatizzato con zafferano e arricchito da verdure, carne e altri aromi. Era questa l'originale composizione degli arancini, in mancanza dei pomodori che dovevano ancora essere importati dalle Americhe. La panatura fu un'invenzione geniale, utile a rendere “trasportabile” il pasticcio di riso. Muniti di una croccante corazza dorata, ottenuta mediante la frittura, gli arancini divennero cibo da viaggio, in grado di resistere abbastanza bene al tempo senza deteriorarsi.
Quale vino abbinare a questo succulento piatto? Considerando che a far da padrona in questa pietanza é la tendenza grasso-untuosa apportata dalla frittura che ne caratterizza la cottura, per compensare l'untuosità in bocca occorre un vino molto fresco in acidità, meglio se ci sono anche le bollicine così da pulire più velocemente le papille gustative, consentendo un maggiore apprezzamento del boccone che segue ogni sorso di vino. Ma occorre anche un pò di corpo per accompagnare il sapore del ragù insieme al formaggio , per questo consiglio di abbinare un buon Rosato frizzantepossibilmente prodotto con uve nerello mascalese e nerello cappuccio. Un vino generalmente leggero di media struttura con profumi di frutta rossa matura che spaziano dalla ciliegia alla fragola, con ricordi floreali di rosa, di una piacevole sapidità in bocca.

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